UNA INIZIATIVA SOCIALE DELLA CHIESA CATTOLICA IN MOLDOVA

Inaugurato il Centro “D. Bosco” a Chisinau, voluto e realizzato dal’Episcopato cattolico, a favore di ragazzi e giovani moldavi socialmente disagiati. Il Centro oltre ad offrire l’accoglienza, consente un’istruzione professionale dei giovani: questi infatti sono avviati al lavoro di meccanico, per la riparazione di auto.

Da circa un anno viviamo in questa città, chiamati dal nostro Vescovo e inviati dai nostri superiori per costituire un centro per i ragazzi e i giovani più disagiati del luogo. Le nostre ricerche si sono rivolte in diversi quartieri della città, dove abbiamo potuto verificare un aspetto di povertà e bisogno all’apparenza non evidente.
Abbiamo potuto osservare e cogliere il grande numero di bambini abbandonati e di giovani senza prospettive di futuro. Abbiamo sentito l’urgenza di dar vita al sogno di Don Bosco, il padre dei giovani: di offrire a molti di essi una casa, una famiglia e un futuro. Il giorno della ricorenza di Don Bosco il Vescovo Anton Coşa è intervenuto per benedire e inaugurare il centro di lavoro, destinato alla riparazione di auto; ma anche per infondere ottimismo e coraggio ai giovani che lavoreranno presso il centro. Erano presenti alcuni sacerdoti, un gruppo di eminenti invitati e il Presidente degli imprenditori italiani Stefano Mercuri, assieme a una rappresentanza degli italiani che operano in Moldova. Il progetto del centro Don Bosco, situato alla periferia della città è inserito in un quartiere povero e prevede:

  • l’Oratorio, come riferimento per incontrare i ragazzi e i giovani dove saranno avviate numerose iniziative di sostegno a diversi livelli, sociale e scolastico;
  • attività per la formazione umana e spirituale dei giovani della città e del paese;
  • un Centro professionale con diversi indirizzi per dare la possibilità ai giovani di inserirsi in modo adeguato nel mondo del lavoro;
  • un luogo di incontro per studenti che vengono a Chisinau per studio.

Ad animare e guidare il Centro saranno attivi quattro sacerdoti salesiani, due italiani e due di origine polacca.

Don Sergio Bergamin